ATTENTO AL CONTO!

Oggi parliamo di banche, anzi di una banca in particolare che ci permetterà di allargare in seguito il discorso.
Il riferimento è a Fineco e quest’oggi analizzeremo la notizia che negli ultimi mesi è sulla bocca di tutti, ovvero della decisione di Fineco stessa di chiudere i conti correnti di chi ha una giacenza media dai 100 mila euro in su, senza alcuna forma di investimento o finanziamento, la quale è arrivata in prima istanza ai correntisti come «Proposta di modifica unilaterale di contratto ai sensi dell’art. 118 del decreto legislativo n. 385/93», ed ha ovviamente scatenato reazioni contrastanti.
No, non si tratta di una barzelletta, è la verità, e tra poco vi riporterò le parole dirette dell'istituto di credito. Ma quali sono le ragioni che hanno portato una banca di tale importanza a prendere questo tipo decisione? Perché se ho troppi soldi sul conto corrente allora esso corre il rischio di essere chiuso?
Troppi soldi depositati e fermi da troppo tempo? La banca potrebbe chiuderti il conto dalla sera alla mattina.
Ma entriamo nel merito: “Gentile cliente nel corso del 2020, al fine di sostenere e fornire il giusto stimolo all’economia comunitaria, la Bce ha adottato una politica monetaria espansiva ricorrendo a un ampio pacchetto di misure di politica economica che hanno prodotto un incremento della liquidità, con conseguente aumento dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento. Nello specifico, nel 2020, la media mensile dell’Euribor a 1 mese ha proseguito la sua discesa toccando a febbraio 2021 il valore di -0,553%, con un differenziale negativo pari a -0,098% rispetto a ottobre 2019. L’ulteriore riduzione del tasso Euribor a 1 mese non dipendente dalla sfera decisionale della banca, e la prospettiva che si mantenga su tali livelli per un periodo di tempo ancora lungo hanno determinato, tra gli altri effetti, un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente (specie se per lunghi periodi), rendendola ancora più onerosa per la banca. In tale contesto le condizioni di equilibrio stabilite a novembre 2019 in occasione della revisione delle condizioni economiche del conto Fineco, vengono meno se l’impatto negativo della riduzione del tasso Euribor sul margine d’interesse della Banca non risulti controbilanciato dai ricavi connessi all’utilizzo da parte dei clienti dei servizi di investimento e di finanziamento offerti dalla banca”
E quindi cosa ci comunica l'amministratore delegato Alessandro Foti?
Ci ricorda che la banca ha “il diritto di recedere, in qualsiasi momento, da ogni singolo rapporto, così come da tutti i rapporti, dandone comunicazione scritta al cliente con lettera raccomandata A/R, Pec o altro mezzo legalmente equivalente, con preavviso di almeno due mesi, qualora al momento del recesso e nei tre mesi precedenti concorrano tutte le seguenti condizioni:
- presenza sul conto di una giacenza media uguale o superiore a 100 (cento) mila euro;
- assenza di qualsiasi forma di finanziamento (a titolo esemplificativo e non esaustivo: mutuo, prestito personale, Credit Lombard), anche se già concesso ma non utilizzato ad eccezione delle carte di credito;
- assenza di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato”.
In buona sostanza ci stanno dicendo questo: noi guadagniamo se tu fai un finanziamento, noi guadagniamo se tu i tuoi soldi ce li dai per investirli. Se non prendi un finanziamento, non investi in nessun risparmio gestito o amministrato, non investi da nessuna parte e hai una giacenza media nel conto corrente superiore 100mila euro te ne devi andare, detto in parole povere.
Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati fino a questo punto?
Ormai alle banche non conviene più tenere i tuoi soldi semplicemente parcheggiati, la banca vende denaro e deve fare affari con i soldi dei propri clienti. Non c'è niente da fare, devi prendere un finanziamento, fare un investimento, comprarti un libro, un'assicurazione fai qualcosa non puoi solamente parcheggiare i tuoi soldi, non compri niente e te ne vai.
Quali sono i motivi che hanno portato ad un provvedimento del genere?
L’amministratore delegato Foti ha fatto sapere che, oltre al costo sulle spalle della banca, i 1.745 miliardi bloccati sui conti sono anche un freno all’economia e vanificano gli sforzi della Bce. Inoltre rappresentano un rischio per i risparmi. Spesso dietro grandi depositi si celano speculazioni o arbitraggi. Per questo l’obiettivo non è colpire le persone comuni ma le ricchezze “sterili”, come appunto i depositi oltre i 100 mila euro con assenza di qualsiasi forma di finanziamento, come un mutuo o un prestito, anche se già concesso ma non utilizzato (ad eccezione delle carte di credito) o di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato.
Quindi la banca si vedrà costretta a chiudervi il conto ed accompagnarvi gentilmente ed educatamente verso l'uscita. Non solo Fineco però, anche altre banche si sono mosse nella stessa direzione senza però minacciare la chiusura dei conti. Bper dovrebbe applicare una rilevante commissione di liquidità sui conti di nuova apertura di imprese e partite Iva superiori ai 100 mila euro, Unicredit introduce invece una commissione di giacenza. Bnl addebiterà 1.000 euro ogni trimestre alle giacenze superiori ai 100 mila euro e Banco Bpm sta pensando a un sistema di commissioni proporzionali alle cifre depositate.
E negli altri Paesi?
Il volume dei risparmi è nettamente inferiore rispetto all’Italia. Germania e Francia hanno fatto ricorso ai tassi negativi sulle giacenze oltre i 100 mila euro, misura non applicabile in Italia e che ha portato tanti capitali, soprattutto tedeschi, a fuggire sui conti correnti italiani. Le banche però, come già ribadito, senza i ricavi connessi ai servizi di investimento e di finanziamento non guadagna con la sola liquidità.
L’ultima in ordine di tempo a cambiare è stata la danese Danske Bank la quale ha fatto sapere che abbasserà a 100mila corone (quasi 13.500 euro) il limite per l’applicazione di tassi di interesse negativi ai depositi. Lo scorso novembre il "salto" era stato ancora più grande perché la soglia era stata portata da 1,5 milioni a 250mila corone. Il nuovo provvedimento in vigore dal 1°luglio applica un tasso che oscilla tra lo 0,6% della giacenza per i privati e l’1% per alcune imprese.